lunedì 14 marzo 2011

Volontà.

Ieri mattina, nonostante la giornata grigia e piovosa, sono andata con marito e “colleghi” di corsa, a Uri, un paesino a pochi km.dalla nostra città. Là, verso le 10.30, sotto una pioggerellina fitta, fitta abbiamo fatto una gara di 4 km.circa nel centro del paesino, un  percorso non difficilissimo, ma con qualche bella salita. Le partenze erano separate: prima i bimbi, gli esordienti, noi donne e per ultimi gli uomini. Noi donne eravamo solo in 29 e quando si è così poche, in partenza, io già me la faccio sotto dalla paura e dalla vergogna. Finchè partecipo a gare dove si parte tutti insieme e quindi formi un bel gruppone da un centinaio di persone, allora mi sento più “protetta” e, soprattutto,  passo inosservata. Ma ieri non è accaduto e questo ha inciso sulla mia gara. Essendo una gara breve, è considerata una gara per velocisti, anche se poi partecipano un po’ tutti, ma solitamente partono in picchiata da subito e io, umile e misera podista senza esperienza, ieri mi sono lasciata prendere e già al primo giro ho tirato un po’. Una mia amica, quella con cui mi alleno ultimamente, mi avverte, mentre corriamo i primi metri, che secondo lei stiamo andando troppo forte. In effetti, era vero, perché già al secondo giro inizio ad avere il fiato corto. Però le gambe vanno, ma nonostante questo mi “spavento” un po’ e inizio a rallentare. Marito e amici mi incitano e io, mentre corro, gli dico che non ce la faccio. E, infatti, a metà del terzo e penultimo giro, addirittura mi fermo e cammino per qualche secondo. La testa mi dice di fermarmi, ma il corpo no, ce la può fare. A chi dare ascolto, dunque? Alla testa che vorrebbe vedermi fallire o alle mie gambe che hanno voglia di riscattarsi? Ecco arrivarmi il calcio in culo tanto desiderato e che mi arriva dall’altra me, quella che, anche se in ritardo, si sveglia dal torpore e decide che deve farcela. E’ così che si va avanti nei momenti in cui sei a terra: si volta pagina, ci si alza e si corre. Inizio ad accelerare tutto nell’ultimo giro. Da penultima, 28esima (dietro di me ho solo una donna eccezionale di quasi 80 anni!!!), riesco a salire di qualche gradino e supero ben 4 persone tra cui la mia amica che ormai mi aveva distanziato e pensavo non l’avrei mai più ripresa. Ma lei purtroppo ha mollato proprio alla fine, sopratutto a causa di un dolore improvviso. E riesco a finire la gara con un tempo di 20 minuti e 56 secondi. 
Adesso però, devo leccarmi le ferite…Il primo problema da affrontare è cominciare a credere di più in me stessa e lottare, sempre. E’ un qualcosa mai provato prima, un agire che io non ho mai avuto sin dalla nascita e che ora pretendo di avere: la volontà. Raggiungerla è faticoso, ma credo di essere sulla buona strada… 

4 commenti:

  1. Yeah!!!! vai Mapy!!! ... oltretutto mi ricordo che puoi correre per almeno un ora e più e quindi è stata solo una semplice partenza troppo forte, ....e questi pensieri credo che siano normali e spesso anche io affronto questi momenti... bisogna farseli scorrere addosso e riprendere... come hai fatto... a me sembra un ottima cosa il tuo finale di gara... spesso se ci si ferma, non tutti riescono a ripartire...
    In generale io penso che bisogna cercare di fare quel che si può e pensare ad arrivare sempre grintosi alla partenza delle gare successive.

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  2. E' vero, se ti fermi poi non ti va più di continuare. Ma credo che in questo io sia molto brava, cado e mi rialzo con facilità, ehehehehe, ci sono abituata! La concentrazione nella gara è una di quelle cose che devo imparare bene e con l'esperienza, quindi... vai con tantissime gare! Ne voglio fare il più possibile!
    Grazie Davide, a presto!!!

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  3. Posso solo dirti brava, io da atleta non mi sono mai ritirato da una competizione, neppure quando una volta sono arrivato ultimo in una gara che non era fatta per me. Non solo hai resistito, ma sei anche riuscita a recuperare altre atlete. Non preoccuparti per il calo durante la gara, capita a volte di partire troppo forte, però il percorso non era semplice come pensi, anzi, la salita verso la chiesa e cimitero ha messo in difficoltà tutti. Pensa che Fattacciu arrivato al giro di boa rallentava anzichè cercare di tagliare bene la curva in velocità.

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  4. Grazie Grezzo, effettivamente quella salita era un pò infida... Ma imparerò... devo solo avere un pò di pazienza!
    Grazie ancora,
    Ciao!!!

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